Questo sono io


Al Lavoro (1999)

Salve !

Mi chiamo Sergio e vivo a Milano.
Tutti continuano a dirmi che ho
74 anni.
Io li lascio fare !!!

«La più consistente scoperta che ho fatto ben prima di aver compiuto 50 anni è che non volevo più perdere tempo, denaro e serenità per  fare cose che non mi andava di fare»
(Jep Gambardella l'ha capito con almeno 15 anni di ritardo 
eppure ha vinto un Oscar)


In Vacanza (2013)
(noti qualche differenza ?)


In veste di ciclista 
(2016)
cliccare per vedere meglio

Sono un Ragioniere Commercialista
(anzi: un Ragioniere Economista di Impresa e Revisore Contabile).

Come scriveva John Maynard Keynes nel 1924: " un buon economista (...) deve essere in un certo modo matematico, storico, statista, filosofo, maneggiare simboli e parlare in vocaboli, vedere il particolare alla luce del generale, toccare astratto e concreto con lo stesso colpo d'ala del pensiero". 

Ho sempre collaborato con il mio Ordine Professionale
tenendo dei corsi per i colleghi professionisti e scrivendo articoli per la stampa di settore.

Alcuni dei miei CORSI:

Revisione contabile e Controllo Legale dei Conti

Valutazione d'Azienda

Articoli


Medaglia "Premio alla Carriera"


La premiazione

Fino a luglio 1999 lavoravo QUI
poi ho mollato tutto 
per inseguire la vita con più libertà.

I miei hobby sono descritti 
in questo sito.

Dicono che me la cavo bene anche col Computer.

Se vuoi saperne di più
leggi il mio

Libro

e altri Racconti
.


Annuncio su
"il Sole 24Ore" 17 giugno 2007
Guarda anche i miei Dipinti 

Fino al 2012  Tecniche varie

Dal 2012 
A olio

Dal 2019 
Acquerelli

 

Ho anche scritto queste

 Poesie in dialetto milanese 

in occasione dei 
"Cortili in Festa 2013"
 di Rezzago (CO)
luogo da me frequentato
 durante le vacanze estive in Bici !

Questo sito nasce dopo avere riflettuto sulla presentazione al libro
"300 piante, fiori e animali
che ognuno deve conoscere"
(Franco Muzzio Editore)
che qui riporto integralmente:
Provate a chiedere a una "persona di cultura" se conosce la differenza tra un pino e un abete o tra un daino e un capriolo.
Nella maggior parte dei casi vi confesserà, con divertita noncuranza, che per lui piante e animali selvatici sono oggetti sconosciuti.

Insomma, persone di media cultura, che si vergognerebbero di non saper citare a memoria i titoli di almeno tre opere di Shakespeare e di non conoscere Teofilo Folengo o Virginia Wolf, sono, nel nostro paese, autorizzati a non sapere nulla del mondo della natura, un campo così importante per la sopravvivenza stessa dell’uomo come specie.

E così, nelle scuole, i corsi di educazione ambientale, invece di fornire un lessico e dei dati sulla vegetazione e la fauna, i boschi e i corsi d’acqua, si limitano a trattare i problemi dell’inquinamento, certo interessanti ma non facilmente comprensibili se non si possiede almeno una base di conoscenza naturalistica.

Date queste premesse, lo sforzo di pubblicare un primo manuale che compendi, almeno, le specie animali e vegetali selvatiche che sarebbe vergognoso non saper riconoscere, è un’iniziativa importante non solo dal punto di vista culturale ma anche da quello ecologista.

Fulco Pratesi - Presidente del W.W.F. Italia

Si veda anche l'editoriale della rivista Le Scienze  
(n° 346 del giugno 1997)

Il testo in blu è un inserto mio 
tratto da un altro articolo

La nuova bandiera

Galileo scriveva che i problemi di maggior estensione, interesse e bellezza riguardano la struttura del mondo. Aggiungeva, però, che per studiare questi problemi occorrono due ingredienti: una buona dose di modestia intellettuale e l’uso di argomenti matematici. La modestia era necessaria per capire che nessun problema, per piccolo che sia, ammette una soluzione completa: la natura, infatti, è sempre più ricca della nostra immaginazione e si beffa degli umani desideri di conoscenza assoluta.
L’argomentazione matematica aveva poi la virtù d’essere controllabile secondo regole: non lasciava spazio alle tesi di coloro che meditavano in pompa magna e riempivano pagine e pagine di aggettivi altisonanti e tortuosissimi giri di parole.
Galileo, però, non ha mai goduto di eccessiva popolarità.
 Nella prima metà del novecento la sua impopolarità fu ribadita in forme solenni:
Benedetto Croce
proclamò infatti che esistevano «menti universali» e «ingegni minuti». Solo questi ultimi potevano occuparsi di matematica, o di tutte quelle altre piccolezze scientifiche che con filosofica beatitudine il crocianesimo catalogò sotto la voce «ricette da cucina». Le menti universali avevano ovviamente ben altre faccende di cui occuparsi.
Si dice che, quando gli fu presentato Guglielmo Marconi, del quale l’ineffabile non aveva evidentemente neppure sentito parlare, dopo essersi informato esclamasse: «Ah, un tecnico! ».
Così fu pensata la cultura nazionale, e così fu costruito il sistema scolastico. Abbiamo sotto gli occhi, oggi, il finale di partita. Siamo entrati in Europa galleggiando nel vortice dello sviluppo scientifico e tecnologico a livello planetario, ma le nostre scuole d’ogni ordine e grado non sono attrezzate alla navigazione perché il sistema educativo nazionale è precopernicano e antigalileiano.
Abbiamo davvero bisogno, allora, di inventare nuove strutture che leghino scuola e ricerca. Non è facile. L’impresa scientifica in Italia è stretta in una morsa. Da un lato sta la pressione di chi pensa che la ricerca serva per ottenere subito, e a costi stracciati, prodotti d’immediato consumo. Dall’altro sta la presunzione di chi continua a credere che la scienza non sia cultura. In entrambi i casi, si crede appunto che la scienza sia solo tecnica: ricette da cucina che non possono attirare l’attenzione delle “menti universali”.Forse dovremmo cominciare con mosse modeste, come quelle che il Governo britannico ha inaugurato imponendo che i bambini ricomincino a far di conto senza usare le macchinette ma usando il cervello. Qui da noi, invece, sembra che si debba ancora decidere se occorra il cervello per far di conto, visto che i numeri vanno bene solo per gli «ingegni minuti».
Stamperemo sul tricolore il motto di Heidegger: «La scienza non pensa»?

Questo vale ancora oggi per le Scienze in generale; la cosiddetta "cultura umanistica" nel nostro paese continua a essere prevalente, anzi, è considerata la VERA cultura, come se sapere di Fisica, Chimica, Matematica, Astronomia - solo per citare qualche materia - non fosse meritevole di considerazione e, in definitiva, NON FOSSE cultura. 
E sembra non importare se questo atteggiamento genera schiere di disoccupati o sottoccupati che vanno ad alimentare il risentimento sociale.

A parte ogni ovvia considerazione sull'utilità della scienza, che è la fonte della tecnologia, sulla quale è basata l'intera nostra civiltà, non vedo alcuna ragione per cui il calcolare la posizione di un pianeta non possa essere fonte di appagamento almeno pari a quello che si ricava dall'esegesi di una poesia del Leopardi. Non vedo nulla di arido o noioso nel calcolare la posizione di Giove, affacciarmi al balcone e trovarlo proprio lì dove DEVE essere !

Questo sito vuole incoraggiare ad accostarsi ANCHE agli argomenti scientifici per dare un contributo alla riduzione di quella vera PIAGA che è l' ANALFABETISMO SCIENTIFICO
(per citare la felice definizione adottata dall'editore Longanesi 
che pubblica un' ottima collana di testi scientifici divulgativi
)
della cui coltivazione così tante persone si fanno, incredibilmente, vanto !
Ho pertanto provveduto a inserire nella varie sezioni molti 
suggerimenti
di natura pratica e molte immagini
di foglie, funghi, pesci, e quant'altro, certo che non si possa che rispettare un essere vivente al quale si sa dare un nome, e una corposa sezione speciale intitolata
I mattoni della Scienza
per la quale sono grande debitore verso la rivista Focus, che, ne sono certo, dato il fine, vorrà considerare il mio saccheggio come una forma di ammirazione e di pubblicità.


= Questo Sito è nato il 5 febbraio 2000 =


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