Basilica
di Santa Margherita (Santuario della Madonna delle Rose)
Informazioni
storico-artistiche
Nel
1658 fu posta la prima pietra dell'attuale chiesa, sul
sito dove, come attestano i documenti, sorgeva un edificio
religioso risalente al XIII secolo.
La
nuova chiesa fu costruita su progetto dell'architetto G.B. Ghiso,
che progettò l'edificio con una pianta a croce latina,
divisa in tre navate con colonne e dominata da una cupola.
La
facciata fu orientata verso est, alterando così l'orientamento
dell'edificio precedente, sebbene il campanile in pietra
sia stato conservato. La chiesa divenne sede di Arcipretura e
Plebano nel 1666, per decreto del Cardinale Spinola; nel 1676
comprendeva, oltre all'altare maggiore, cappelle laterali e dieci
altari.
Un
secolo dopo, fu costruito un nuovo campanile (1750)
su progetto di Carlo Orsolino, appoggiato sull'angolo destro
della facciata (il vecchio campanile fu demolito nel 1786).
Lo stesso architetto progettò anche il frontone principale,
tripartito da un doppio ordine di colonne binate e arricchito
dall'inserimento delle statue in gesso degli apostoli Pietro
(nicchia sul lato sinistro) e Paolo (nicchia sul lato
destro), e dai bassorilievi raffiguranti la Vocazione
di San Pietro (decorazione a riquadri ottagonali rientranti
che domina il portale laterale sinistro) e la Vocazione di San
Paolo (decorazione a riquadri ottagonali rientranti che
domina il portale laterale destro).
Al
centro del colmo, in posizione sopraelevata, fu aperta una grande
finestra per aumentare la luce all'interno dell'edificio. Nel 1770,
la chiesa fu consacrata dal cardinale Lercari, arcivescovo di
Genova, come testimonia una lapide marmorea murata sopra il
portale principale. Il 25 luglio 1776 fu incoronata Madonna
del Rosario (immagine della Beata Vergine con il Bambino in
braccio e una rosa in mano, da cui deriva questo nome).
Il
simulacro, molto venerato nella chiesa di Santa Margherita
d'Antiochia, fu posto nel 1672 su un altare laterale (oggi
dedicato alla Beata Vergine del Rosario). Secondo la tradizione,
il 4 maggio 1672, sotto la mensa di questo altare fu
trovata un'anfora piena di acqua fresca e profumata, alla quale
furono attribuite numerose guarigioni.
La
Madonna del Rosario fu trasferita sull'altare maggiore
(dove è esposta ancora oggi) nel 1756. In occasione del
primo cinquantesimo anniversario dell'incoronazione della Beata
Vergine (1826), la decorazione in gesso del presbiterio e
quella ad affresco furono eseguite dai torinesi L. e G. Vacca,
autori rispettivamente del Martirio di Santa Margherita
d'Antiochia (abside) e della Gloria di Santa Margherita
(volta del presbiterio).
Le
volte della navata centrale e i bracci del transetto furono dipinti
a tempera da Nicolò Cianfanelli (Firenze 1793 - Pisa 1848),
che raffigurò i Misteri Gaudiosi in cinque tele (navata
centrale: Natività, Gesù tra i Dottori del Tempio,
Circoncisione; braccio sinistro del transetto: Annunciazione;
braccio destro del transetto: Visita della Vergine a Santa
Elisa-betta). In occasione del centenario dell'incoronazione
della Madonna della Rosa (1876), fu realizzata la decorazione
a stucco della cupola e le volte delle navate minori
prospicienti le cappelle furono ricoperte di affreschi. Giuseppe
Isola (Genova 1808-1893) si occupò della decorazione delle
cappelle di San Giovanni Battista (Gloria del Precursore)
e di San Giuseppe (Fuga in Egitto).
Nel
1927 fu costruito un secondo campanile, addossato
al lato sinistro della facciata. Il sagrato antistante la chiesa
risale al 1970.
Percorso
interno (Ingresso da sinistra)
Altare
di Santa Caterina d'Alessandria: Eretto nel 1826 con
marmi di recupero dalla chiesa genovese di San Paolo,
probabilmente in sostituzione di una precedente opera in stucco
(XVIII secolo). Contiene il dipinto Lo sposalizio mistico di
Santa Caterina (1645-1646) di Valerio Castello.
Altare
della Santa Croce: Realizzato anch'esso nel 1826 con
marmi di recupero pro-venienti dalla chiesa di S. Paolo, porta
nella pala d'altare i Santi Domenico, Pietro Martire, Brigida
e Nicola da Tolentino in adorazione davanti alla Croce. Il
dipinto, firmato e datato 1607 sul fusto della croce, è
ancora oggi l'unica opera nota del pittore genovese Giovanni
Battista Bracelli (Genova 1584-1609).
Altare
di San Pietro: Costruito a spese dei pescatori e dei marinai
di Santa Margherita (XVIII secolo), incornicia la tela, risale
probabilmente allo stesso periodo della Pesca Miracolosa,
di autore ignoto.
Nel
vestibolo d'ingresso lato mare, l'urna funeraria di Lucio Taiezio
Pepso (metà del II se-colo d.C.). Di fronte, in rilievo, Mitra
che uccide il toro.
Altare
del Rosario: Commissionato da Lazzaro De Bernardis a Ciacomo
Gaggini (circa 1689). Sul costone, sorretto da colonne in
marmo di Portovenere, si trovano le allegorie della Fede,
della Speranza e della Carità. La pala d'altare
raffigurante la Beata Vergine del Rosario è opera di
Bernardo Castello (Genova 1557-1629); i Misteri del Rosario
sono di Paolo Gerolamo Piola (Genova 1666-1724). Ai lati si
trovano sculture lignee policrome della Beata Vergine
del Rosario (XVII secolo) e di San Giovanni Bosco (XX
secolo).
Altare
di San Giovanni Battista: Costruito nella seconda metà del
XVIII secolo a spese della famiglia Lazagna; il dipinto Il
Battesimo di Cristo è di Giovanni Battista Casoni (Lerici
1610 - Genova 1686), cognato e allievo di Domenico Fiasella.
Altare
maggiore: Realizzato nel 1745. Nel reliquiario, a
forma di tempietto, è collocato il simulacro della Madonna
del Rosario qui trasferito nel 1756 dall'altare del
Rosario. Nelle nicchie laterali, statue marmoree degli
Apostoli Pietro e Paolo (Bartolomeo Carrea 1826).
Nella nicchia absidale, Santa Margherita d'Antiochia,
opera dello scultore Giacomo Antonio Ponsonelli (Carrara 1654 -
Genova 1735). Il coro, completamente restaurato, non ha
conservato quasi nulla della sua forma originale settecentesca.
Altare
della Santissima Concezione: Mecenatismo della famiglia
Bertollo (seconda metà del XVII secolo). Nella pala d'altare, Immacolata
e tre donatori (Oldino Multedo sec. XIX).
Altare
della Santissima Trinità: (Già di San Nicola di Bari)
realizzato dai maestri lom-bardi Giacomo e Bernardo Garvo (circa 1689)
su commissione di Lazzaro De Ber-nardis. Sul colmo, Giustizia,
Fortezza e Temperanza. Il dipinto, raffigurante la Santissima
Trinità invocata da San Nicola di Bari alla presenza di
Lazzaro e del ricco Epulone, è di Giovanni Andrea Carlone
(Genova 1639-1697). Lo splendido gruppo ligneo dell'Angelo
Custode è di Anton Maria Maragliano, che lo realizzò nel
1713-1714 per l'omonima cappella. La tradi-zione vuole che anche
la scultura di San Giovanni Nepumoceno nella nicchia di
fronte, giunta nel 1742 da una chiesa genovese, sia opera
del celebre scultore.
Altare
di San Giuseppe: (Già San Francesco Saverio e il Santissimo
Nome di Gesù) realizzato da Giacomo e Bernardo Garso (XVII-XVIII
secolo) da Delfino Roisecco e dalla moglie Eiliana Quaquaro. Il
dipinto Il Sermone di San Francesco Saverio (XIX secolo)
è di autore ignoto.
Altare
dell'Angelo Custode (1728): Gli eredi di Delfino Roisecco
ne affidarono l'ese-cuzione a Giacomo Gaggini e Gaetano Solaro.
La pala d'altare è firmata da Giovanni Andrea De Ferrari (Genova
1589-1669) e risale al 1630. Sulla consolle, Sant'Antonio
da Padova, scultura del XIX secolo.
Altare
della Madonna Addolorata: Costruito nel 1826 con marmi
di recupero provenienti dalla chiesa genovese di San Paolo. È
decorato con una Pietà ritenuta una copia del dipinto eseguito
da Luca Cambiaso per la Basilica di S. Maria di Carignano, a
Genova (dopo il 1575).
Il
pulpito fu eseguito dai Fratelli Repetto di Lavagna su disegno
dello scultore Odoardo Tabacchi (1876). L'organo (Casa
Parodi-Marin 1964) è ospitato nella tribuna dei cantori,
scolpita dal genovese Domenico Bacigalupo (1886).